Agricoltura e CO2

Europa e Italia nelle nuove politiche del Carbon Farming

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Il carbonio è l’elemento base della vita, delle nostre società e delle nostre economie.
Tuttavia le emissioni derivanti dalla combustione di combustibili fossili, dai processi industriali e dai cambiamenti d’uso del suolo si stanno accumulando negli oceani e stanno aumentando drasticamente la concentrazione di CO2 nell’atmosfera. In risposta all’urgente necessità di un’azione per il clima, l’Unione europea ha sancito l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 in tutti i settori dell’economia.

Per conseguire tale ambizioso obiettivo dobbiamo creare cicli del carbonio sostenibili e resilienti ai cambiamenti climatici attraverso tre azioni principali: 

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Ridurre la dipendenza dal carbonio, passando ad un’economia circolare, e potenziando le energie rinnovabili.

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Riciclare il carbonio così da poterlo utilizzare al posto di quello di origine fossile.

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Potenziare le soluzioni per l’assorbimento del carbonio che catturano CO2 dall’atmosfera e lo immagazzinano a lungo termine negli ecosistemi.

Green new
deal europeo

L’Unione Europea ha emanato il Green Deal Europeo che ha come obiettivo quello di ridurre le emissioni NETTE al 2030 del 55% rispetto al dato di riferimento (1990), e di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 (Climate Target Plan).

Partendo dall’ONU fino ad arrivare all’Italia, vediamo quali sono le unità di misura in campo quando parliamo di inquinamento e Compensazione.

1. Le Nazioni Unite hanno indetto una Conference Of the Parties (COP) di tutti coloro che partecipano alla convenzione dell’ONU sui cambiamenti Climatici, con l’obiettivo di compensare 58 Miliardi di Tonnellate di CO2.
2. L’unione europea tramite gli ETS (permessi ad inquinare) si è data l’obiettivo di azzerare 4 miliardi di tonnellate di CO2 Equivalente.
3. L’Italia con i mercati volontari punta ad azzerare 300 milioni di tonnellate di CO2.

Per quanto riguarda le aziende, due fattori sono importanti:

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La filiera. Nella Direttiva si parla più volte di rendicontazione della Supply Chain. Le grandi aziende dovranno includere nel proprio bilancio i fornitori e questo potrebbe portare ad una sorta di obbligo, anche per chi non è tenuto a farlo.

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La spinta del legislatore nei bandi di sua competenza. In tal senso è utile citare il Decreto Legislativo del 28 maggio 2021 sulla governance del PNRR, nel quale si invitano le stazioni appaltanti a prevedere criteri premiali nell’aggiudicazione dei bandi per i soggetti che presenteranno rendicontazioni incentrate sulle attività aziendali a favore dell’ambiente e delle persone.

A questo si aggiunge che in base al settore produttivo ed alla emissione di CO2 c’è una importante distinzione tra le aziende che inquinano:

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I grandi inquinatori, coloro che emettono più di 25.000 tonnellate di CO2, vincolati a compensare con gli ETS comprati ogni anno all’interno di un’Asta organizzata dall’Unione europea o in alternativa in una seconda Asta tra Aziende.

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Tutte le aziende con almeno 500 dipendenti, quotate in borsa, che hanno l’obbligo di presentare il bilancio di sostenibilità.

In questo scenario si aggiunge una recente legge europea del 2021 che deve ancora essere recepita dal nostro ordinamento, che ha modificato gli obblighi per la presentazione del bilancio di sostenibilità.

Non più aziende con 500 dipendenti e quotate in borsa, ma tutte le aziende che hanno pià di 250  dipendenti.

Chi gestisce gli ETS
in Italia

ETS = Permessi ad inquinare.

Con il protocollo di Kyoto, i «permessi ad emettere» sono diventati un obbligo per i GRANDI INQUINATORI.
La Direttiva prevede che gli impianti in Europa con elevati volumi di emissioni, oltre 25.000 tonnellate in un anno, non possano funzionare senza un’autorizzazione ad emettere CO2 in atmosfera.
Ogni impianto autorizzato deve monitorare annualmente le proprie emissioni e compensare con quote di emissione europee (European Union Allowances, EUA e European Union Aviation Allowances, EUA A – equivalenti entrambi a 1 tonnellata di CO2eq.) che possono essere comprate e vendute sul mercato Europeo
L’ETS (Emission Trading Scheme) è un sistema a doppia asta che ha preso il via nel 2018-2019. L’Unione Europea emette un certo numero di EUA (permessi di emissione-crediti di carbonio), con una prima asta alcune aziende si accaparrano questi EUA con una seconda le aziende che sono rimaste senza possono comprare quelli in eccesso da chi li ha presi in prima asta.
L’ EU-ETS ha solo crediti derivanti da impianti che si occupano di cattura, trasporto e stoccaggio di CO2 (CCS) ma non ha crediti del settore forestale.
L’Europa sta ogni anno riducendo l’offerta di questi permessi in modo che il prezzo di questi «permessi ad inquinare» aumenti e che decarbonizzare diventi meno costoso del permesso stesso.

La notizia importante è che il direttore della Direzione generale per il Clima della commissione Europea Artur Runge-Metzger si è dimostrato favorevole all’inclusione dei crediti forestali nel futuro EU-ETS a patto che ci sia un sistema di contabilizzazione, monitoraggio e certificazione affidabile, riconoscendone il potenziale strategico per l’adempimento degli obiettivi sempre più ambiziosi di riduzione delle emissioni sanciti dagli accordi internazionali.

Cosa succede in Italia?

In Italia il tema ETS è gestito dal GSE, parte integrante del Comitato ETS (Comitato nazionale per la gestione della direttiva 2003/87/CE e per il supporto nella gestione delle attività di progetto del Protocollo di Kyoto), organo interministeriale che assolve alla funzione di Autorità nazionale competente per la gestione della Direttiva ETS in Italia.

Il Comitato ETS è presieduto inoltre dal Ministero dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) mentre al Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) è riservata la vice Presidenza (D.lgs 30/2013 e s.m.i.).

Il GSE svolge un ruolo di supporto tecnico, anche attraverso il monitoraggio dello sviluppo della regolazione internazionale (inclusa la regolazione internazionale UNFCCC) ed europea di riferimento e nel suo recepimento nazionale, a beneficio dei Ministeri di riferimento – Economia e Finanze (MEF), MiSE, MATTM e Dipartimento Politiche Europee della Presidenza del Consiglio (DPE).

Carbon
Farming

Carbon Farming indica la tecnica ed il processo che consentono il sequestro del Carbonio nella Biomassa Vegetale.
Questa tecnica sta acquisendo sempre più importanza tra le possibili soluzioni da adottare per raggiungere gli obiettivi del Green Deal Europeo
L’agricoltura ha un ruolo di primo piano in questo processo.
Con il carbon Farming si creano dei “pozzi naturali” capaci di sequestrare la CO2 sfruttando la naturale capacità del suolo di stoccare anidride carbonica per metterla a disposizione di piante e altre colture.
Perché questo accada è necessario riuscire a stravolgere il modo di fare agricoltura, passando da un modello tradizionale, ad uno più attivo, capace di dare maggior produzione con minori emissioni.
Solo una gestione attiva può garantire questo risultato.

Come farlo?
Esistono diverse tecniche che spaziano dall’utilizzo di colture a copertura del suolo per i mesi invernali a tecniche che permettano di arare il terreno solo in superficie, evitando che si liberi la CO2 incastonata nel terreno.

A questo si aggiungono tecniche di Afforestazione, creazione di Foreste a partire da terreni abbandonati e la gestione delle nuove e delle vecchie foreste.
Il passo successivo è calcolare la quantità di CO2 catturata e stoccata, con metodi che diano certezza del risultato e del dato.
Per far questo il riferimento è la norma ISO 14064-2 che certifica la validità del metodo e del risultato raggiunto.
Per garantire ulteriormente il processo molti player a livello nazionale ed Europeo stanno registrando le transazioni su Blockchain, consapevoli che sia attualmente il registro pubblico più trasparente, imparziale ed immodificabile che oggi si riesca a trovare.
Le aziende che investiranno su questa tipologia di progetti potranno utilizzare attestati e certificazioni da spendere nell’area Marketing per posizionarsi ad un livello superiore rispetto ai competitor, rivolgendosi ad un pubblico Consumer e Business sempre più attento ai temi della sostenibilità e della carbon neutrality.

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