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Cosa sono le emissioni GHG?

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I Greenhouse Gases (GHGs) sono i principali responsabili del noto effetto serra che, incrementando rapidamente negli ultimi anni, determina in un innalzamento delle temperature e l’attuale emergenza climatica. Quali sono, esattamente, le emissioni che rientrano in questa categoria? Come vengono generate? Quali conseguenze hanno sul Pianeta e in che modo possiamo limitarle? Leggi l’articolo per saperne di più.

Emissioni GHG: definizione

Il termine GHG è l’acronimo di Greenhouse Gas, in italiano gas a effetto serra. Le emissioni GHG sono generate dalle attività umane e si distinguono per un aspetto particolare: “intrappolano” il calore nell’atmosfera, causando il cosiddetto “effetto serra”, all’origine dell’aumento della temperatura media globale.

I GHGs, anche chiamati gas climalteranti per la loro capacità di influenzare il clima, sono quindi estremamente dannosi per il pianeta e necessitano di essere limitati.

Quali sono le emissioni GHG?

Tra i principali gas a effetto serra troviamo in primo luogo l’anidride carbonica (CO2), che viene rilasciata nell’atmosfera bruciando combustibili fossili (utilizzati per i macchinari industriali, per i trasporti, per il riscaldamento, ecc.), dal trattamento dei rifiuti solidi, dalla produzione di calce e cemento e dallo sfruttamento del suolo.

  • Nella categoria dei Greenhouse gases si collocano inoltre:
  • Il metano (CH4), derivante dalla produzione di carbone, petrolio e gas, ma anche da agricoltura e allevamento intensivi;
  • I gas fluorurati, sostanze chimiche artificiali largamente utilizzate in diversi settori e applicazioni, ad esempio nelle apparecchiature di refrigerazione o nelle pompe di calore;
  • L’ ossido di diazoto (N2O), emesso nell’ambito delle attività agricole e zootecniche.

Quali danni provocano i gas serra?

L’eccessiva presenza di GHG nell’atmosfera risulta estremamente dannosa per il Pianeta e per le specie che vi abitano. Tra le conseguenze determinate dall’accumulo di gas serra nell’aria troviamo:

  • Lo scioglimento dei ghiacciai, provocato dall’aumento delle temperature, e il conseguente aumento del livello del mare, che determina l’erosione delle coste e mette in pericolo la flora e la fauna costiere, oltre che gli insediamenti umani (conosciamo tutti la situazione di Venezia);
  • L’acidificazione degli oceani, che minaccia gravemente la vita marina e comporta a lungo termine la perdita della biodiversità;
  • Il peggioramento della qualità dell’aria, che genera gravi problemi di salute negli esseri umani, come malattie respiratorie croniche, problemi cardiaci e cancro ai polmoni;
  • L’incremento dei fenomeni atmosferici estremi, come tifoni, alluvioni, ondate di siccità prolungata, ecc.

Che cos’è il Greenhouse Gas Protocol (GHG)?

Per limitare la diffusione dei gas serra nel 1998 è stato lanciato il GHG Protocol, il quadro di riferimento globale che fornisce alle organizzazioni pubbliche e private di tutto il mondo gli strumenti, le linee guida e gli standard contabili necessari per misurare e gestire le emissioni di gas climalteranti.

In particolare, il protocollo suddivide le emissioni in due categorie: quelle dirette, provenienti da fonti proprie dell’organizzazione, e quelle indirette, generate dalle attività svolte dall’organizzazione, ma la cui fonte proviene da altre organizzazioni.

Il GHG protocol consente quindi alle imprese di quantificare e classificare le emissioni di gas serra prodotte (e dunque, misurare la propria carbon footprint), così da poter pianificare adeguatamente tutte le misure necessarie al loro contenimento.

Emissioni GHG e aziende: come ridurre l’impatto ambientale del proprio business

Tutte le aziende, qualunque sia la loro dimensione e il settore di riferimento, hanno riconosciuto la necessità di rivedere i propri processi produttivi per renderli più sostenibili e puntano a ridurre il più possibile il proprio impatto sull’ambiente.

Il primo passo da compiere, in questo senso, è quantificare le emissioni generate. Dopodiché è necessario agire su due fronti, entrambi importanti:

  • Da un lato, occorre ridurre la quantità di gas serra emessi, adottando nuovi modelli organizzativi, cambiando le proprie abitudini in ottica sostenibile e realizzando interventi che permettano di ridurre gli sprechi (migliorando, in particolare, l’efficienza energetica).
  • Dall’altro, è necessario compensare le emissioni inevitabilmente prodotte con la propria attività. Tale risultato può essere ottenuto, ad esempio, tramite l’acquisto di crediti di carbonio da società specializzate, oppure sostenendo in maniera diretta progetti di riforestazione, che puntano a creare nuove foreste (o a tutelare/rigenerare foreste già esistenti), sfruttando la naturale capacità delle piante di assorbire CO2.

Compensare le emissioni GHG con il bambù gigante grazie al progetto Forever Zero CO2

Una soluzione interessante per le aziende che desiderano raggiungere la neutralità carbonica è quella offerta da Forever Zero CO2, il progetto targato Forever Bambù, che permette a professionisti, imprese e privati di finanziare la realizzazione di bambuseti sul territorio italiano.

Cosa c’entra il bambù?

Come dimostra questo studio di Indaco 2, il bambù gigante detto Moso, trattato con lo specifico protocollo di coltivazione utilizzato da Forever Bambù, è in grado di assorbire fino a 36 volte più CO2 rispetto a un albero più comune, effettuando un incredibile opera di pulizia dell’aria.

Come funziona?

Le aziende possono scegliere di acquistare foreste di bambù di differenti dimensioni, a seconda delle quantità di emissioni generate con la propria attività, così da rendere il proprio business a impatto zero. Ad esempio, una foresta pro di 100 mq è in grado di compensare in un anno la stessa quantità di CO2 generata da un ufficio di 55mq.

Vuoi saperne di più sul progetto Forever Zero CO2, sulla sua affidabilità e sull’opportunità di compensare le tue emissioni aziendali grazie al bambù gigante? Contattaci per richiedere maggiori informazioni.

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