Crediti di carbonio e compensazione della CO2: attenzione ai crediti fantasma!

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Quello della CO2 è un problema serio e urgente che non può più essere ignorato: l’eccessiva presenza di anidride carbonica e di altri gas serra nell’atmosfera, dovuta alle attività antropiche, è infatti tra i principali fattori responsabili del cambiamento climatico. Per questo sempre più aziende – sia le grandi multinazionali, sia le piccole e medie imprese– sono alla ricerca di soluzioni per compensare le emissioni di CO2 inevitabilmente generate con la propria attività (in abbinamento a interventi di riduzione delle stesse). A tale scopo, molte organizzazioni decidono di ricorrere al sistema dei crediti di carbonio: una vera e propria unità finanziaria che può essere acquistata e scambiata. In questo articolo esamineremo dunque cosa sono i crediti di carbonio e in che modo aiutano l’ambiente, ma porremo anche l’attenzione su un caso in cui tale sistema non ha funzionato a dovere determinando il fenomeno dei cosiddetti “crediti fantasma”. Vedremo inoltre una soluzione tutta italiana, certificata da studi autorevoli, per compensare le emissioni di CO2 aziendali.

Crediti di carbonio: cosa sono e come funzionano

I crediti di carbonio, o carbon credits, rappresentano un sistema diffuso per compensare la CO2 emessa e contribuire alla lotta al cambiamento climatico. Si tratta di veri e propri titoli negoziabili, che possono essere acquistati e scambiati dalle aziende, in una sorta di borsa internazionale del carbonio.

Ogni credito di carbonio equivale a una tonnellata di CO2 non emessa oppure assorbita grazie a un progetto di sostenibilità ambientale certificato, volto a contrastare l’anidride carbonica e gli altri gas climalteranti, basato su precise metodologie e standard internazionali.

In altri termini, i soggetti che acquistano crediti di carbonio sostengono economicamente la realizzazione di progetti di tutela dell’ambiente (ad esempio interventi volti alla protezione delle foreste o progetti di riforestazione) che permettono di assorbire la quantità di anidride carbonica circolante nell’atmosfera.

Inoltre, le aziende acquirenti di crediti da carbonio possono certificare i propri prodotti e servizi come carbon neutral, ottenendo un importante ritorno d’immagine.

Falsi crediti di carbonio: il caso Verra

Purtroppo, non è tutto oro quel che luccica. Una recente indagine nei confronti di uno dei più grandi provider internazionali di crediti di carbonio, l’organizzazione no-profit Verra, ha dimostrato come più del 90% dei crediti di carbonio derivanti dai lori progetti di tutela delle foreste pluviali sono in realtà “crediti fantasma” e non determinano un’effettiva riduzione della CO2.

L’indagine – durata nove mesi e basata su una nuova analisi degli studi scientifici sui programmi di Verra per la foresta pluviale, oltre che su decine di interviste e reportage sul campo con scienziati, addetti ai lavori e comunità indigene – è stata intrapresa dal Guardian, dal settimanale tedesco Die Zeit e da SourceMaterial, un’organizzazione no-profit di giornalismo investigativo.

I risultati – che sono stati fortemente contestati da Verra – potrebbero porre seri interrogativi alle aziende che dipendono dalle compensazioni come parte delle loro strategie per la carbon neutrality.

In particolare, l’indagine ha rilevato che solo una manciata di progetti Verra sulle foreste pluviali presenta prove di riduzione della deforestazione e ulteriori analisi hanno indicato che il 94% dei crediti non ha sortito alcun beneficio per il clima.

Il caso Verra testimonia come il mercato dei crediti di carbonio presenti ancora molte ombre ed evidenzia la necessità di selezionare con estrema attenzione i progetti e le iniziative a cui affidarsi per compensare le emissioni di CO2 della propria azienda.

Forever Zero CO2: il progetto italiano per compensare la CO2

Forever Zero CO2 è l’iniziativa italiana che permette ad aziende e imprenditori di compensare le proprie emissioni di CO2 finanziando in maniera diretta la realizzazione di foreste di bambù gigante. Il bambù gigante, detto Moso, è una pianta che presenta proprietà straordinarie per quanto riguarda l’assorbimento dell’anidride carbonica e garantisce performance superiori rispetto agli altri alberi.

Ad occuparsi della piantumazione dei bambuseti è Forever Bambù, azienda che dal 2014 realizza in Italia foreste di bambù gigante recuperando terreni in stato di abbandono o depauperati dall’agricoltura intensiva, effettuando un vero e proprio lavoro di preservazione del suolo. Grazie all’esclusivo protocollo di coltivazione adottato, le foreste di bambù create da Forever Bambù nell’ambito del progetto Forever Zero CO2 sono in grado di assorbire fino a 36 volte più CO2 rispetto a un bosco misto tradizionale, con un evidente miglioramento della qualità dell’aria.

L’efficacia del metodo Forever Bambù e i benefici generati per l’ambiente sono certificati dallo studio condotto da Indaco 2, società nata come spin-off dell’Università di Siena (2013-2016) specializzata in valutazione ambientale e Indicatori di Sostenibilità.

Vuoi saperne di più sul progetto Forever Zero CO2, sulla sua affidabilità e sull’opportunità di compensare le tue emissioni aziendali grazie al bambù gigante? Contattaci per richiedere maggiori informazioni.

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