il ruolo dei gas climalteranti nell’aumento del riscaldamento globale
I gas climalteranti, come l’anidride carbonica (CO2), sono i principali responsabili dell’innalzamento delle temperature e del surriscaldamento globale, all’origine di fenomeni come lo scioglimento dei ghiacciai e l’aumento delle catastrofi naturali (inondazioni, cicloni, incendi, ecc.). L’eccessiva presenza di questi gas nell’atmosfera è dovuta alle attività antropiche tra cui, in primo luogo, la produzione e il consumo di energia. Per invertire la rotta e frenare il costante incremento delle temperature è fondamentale modificare le nostre abitudini, adottando comportamenti più consapevoli e sostenibili che permettano di ridurre le emissioni, tanto nella sfera privata quanto a livello di processi aziendali, e abbracciando iniziative volte alla compensazione dei gas climalteranti già in circolo.
Cosa sono i gas climalteranti?
I gas climalteranti sono dei gas in grado di trattenere calore nell’atmosfera. Spesso vengono chiamati anche gas serra, ma tra i due termini c’è una sottile differenza.
I gas serra sono sostanze presenti naturalmente nell’atmosfera e non hanno, di per sé, un effetto dannoso. Al contrario, la loro presenza permette di regolare la temperatura del Pianeta e di formare il cosiddetto “effetto serra”, fondamentale per lo sviluppo della vita sulla Terra in quanto permette di mantenere la giusta temperatura per la sopravvivenza delle specie che vi abitano. Il gas serra maggiormente diffuso è il vapore acqueo (H2O), che compone circa lo 0,10% dell’atmosfera. Nella categoria dei gas serra troviamo anche l’anidride carbonica (CO2), prodotta dalle piante nell’ambito della fotosintesi clorofilliana e naturalmente compensata con l’ossigeno rilasciato durante il processo.
I gas climalteranti, invece, sono gas serra generati dalle azioni umane e sono quelli che stanno causando il progressivo aumento della temperatura globale. In questa categoria troviamo sia gas di origine esclusivamente antropica, come i gas fluorurati, sia gas naturalmente già presenti nell’atmosfera, ma i cui livelli sono aumentati per via dell’attività umana, come il metano (CH4), il protossido di azoto (N2O) e la già citata anidride carbonica (CO2).
Gas climalteranti e riscaldamento globale
Come dice la parola stessa, i gas climalteranti sono quei gas in grado di alterare le naturali condizioni climatiche e, nello specifico, determinare un innalzamento delle temperature.
La presenza di una certa quantità di gas climalteranti nell’atmosfera permette, come detto sopra, di mantenere la corretta temperatura per la sopravvivenza delle specie terrestri e non rappresenta quindi, da sola, un elemento preoccupante. I problemi sorgono, tuttavia, quando il volume di gas climalteranti emessi nell’ambito delle attività umane aumenta a dismisura, alterando il normale equilibrio termico del Pianeta.
L’eccessiva presenza di gas serra infatti, trattiene nell’atmosfera più calore di quello che serve, causando il cosiddetto surriscaldamento globale, all’origine di fenomeni come lo scioglimento dei ghiacciai, l’aumento delle temperature delle acque e i cambiamenti climatici di cui tutti siamo al corrente.
La CO2: il principale gas climalterante
Tra i gas climalteranti generati dall’uomo, la CO2 è quello presente in maggiore quantità e rappresenta il 76% delle emissioni antropiche.
Le emissioni globali di CO2, come quelle degli altri gas serra, hanno subito un incremento a partire dalla Rivoluzione Industriale a metà ‘700, raggiungendo ad oggi i 33 miliardi di tonnellate annuali, in base a quanto evidenziato dall’ultimo rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA)
La maggior parte delle emissioni di CO2 derivano dal settore di produzione e consumo dell’energia e, in particolare, dall’utilizzo di combustibili fossili come petrolio e carbone. Un’altra parte importante è prodotta dal settore dei trasporti, seguito dal settore industriale. Altrettanto dannosi, dal punto di vista delle emissioni di CO2, sono l’agricoltura e l’allevamento, che determinano fenomeni come la deforestazione e il riutilizzo del suolo. Questi ultimi comportano la riduzione degli impianti arborei presenti sulla superficie terrestre: si tratta di una perdita estremamente deleteria dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico in quanto le foreste rappresentano dei pozzi di assorbimento naturali, che rimuovono naturalmente la CO2 dall’atmosfera. La loro distruzione, dunque, provoca un drastico peggioramento della qualità dell’aria.
Come ridurre le emissioni di CO2
Per ridurre le emissioni di CO2 e, di conseguenza, frenare il riscaldamento globale e la crisi climatica, è necessario introdurre alcuni piccoli e grandi cambiamenti nelle nostre abitudini, sia nella vita privata, sia sul lavoro.
In primo luogo, occorre utilizzare l’energia in maniera maggiormente consapevole ed accorta, riducendo i consumi, per quanto possibile, eliminando gli sprechi e privilegiando le fonti rinnovabili, come l’energia solare. Anche la realizzazione di interventi di efficientamento energetico, tanto nelle proprie case quanto nei locali industriali e negli uffici, è fondamentale per migliorare la qualità dell’aria.
Altrettanto importante è rendere gli spostamenti maggiormente sostenibili, utilizzando ad esempio il car sharing, privilegiando il trasporto pubblico o la bicicletta nei tragitti quotidiani e sostituendo i veicoli a benzina (aziendali e privati) con mezzi elettrici.
Un altro elemento essenziale nella lotta alle emissioni di CO2 è l’abbandono dei comportamenti “usa & getta”. La produzione di qualsiasi oggetto, infatti, comporta inevitabilmente il rilascio di una certa quantità di CO2: ecco perché, invece che continuare ad acquistare nuovi beni, dovremmo cercare di far durare quelli che già abbiamo il più a lungo possibile, adottando la filosofia delle tre “R” (Riduci, Riusa, Ricicla) e privilegiando materiali ecologici come le bioplastiche.
Compensare le emissioni di gas climalteranti
Ridurre le emissioni di gas serra non è sufficiente: se vogliamo contrastare in maniera efficace i cambiamenti climatici e frenare il riscaldamento globale è altrettanto importante compensare i gas climalteranti già in circolo, con particolare riferimento alla CO2, in modo di ripristinare il corretto equilibrio tra emissioni generate ed emissioni riassorbite e raggiungere la cosiddetta neutralità carbonica.
Tra le strade che si possono seguire per compensare le proprie emissioni di CO2 troviamo, da un lato, il sostegno verso iniziative legate all’efficienza energetica o all’utilizzo di fonti rinnovabili, che permettano di ridurre gli sprechi e produrre energia pulita; dall’altro, il supporto di progetti di riforestazione o afforestazione, che prevedono la creazione di nuove foreste (o la rigenerazione di aree verdi precedentemente distrutte), al fine di sfruttare la naturale capacità degli alberi di sequestrare anidride carbonica e rilasciare ossigeno, effettuando un vero e proprio lavoro di filtraggio dell’aria.
Un esempio di iniziativa di riforestazione efficace è Forever Zero CO2, il progetto a cura di Forever Bambù dedicato alle aziende e imprenditori che vogliono ridurre o azzerare l’impatto ambientale del proprio business. Nello specifico, Forever Zero CO2 permette di supportare economicamente la realizzazione sul territorio italiano di foreste di bambù gigante – una pianta in grado di assorbire fino a 36 volte più CO2 rispetto a un bosco misto tradizionale – di dimensioni tanto più ampie quanto più grande è la quantità di anidride carbonica che si desidera compensare (a seconda delle dimensioni dell’impresa).
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