Scope 1 2 3: la classificazione delle emissioni
Ogni azienda, per supportare il normale funzionamento della propria attività, genera inevitabilmente delle emissioni di CO2. Per ridurre l’impatto ambientale del proprio business è necessario non solo rivedere i processi produttivi al fine di limitare al minimo la quantità di anidride carbonica generata, ma anche adoperarsi per compensare le emissioni non riducibili. La prima cosa da fare, in questo senso, è determinare con precisione la carbon footprint della propria azienda, identificando il tipo di emissioni generate in base alla classificazione Scope 1, 2, 3. In questo articolo vediamo quindi in cosa consistono le emissioni scope 1, 2, 3 e cosa si può fare per limitarle e compensarle.
Emissioni scope 1 2 3: cosa sono
Per calcolare la quantità di emissioni di CO2 generate con la propria attività imprenditoriale occorre innanzitutto distinguerne la tipologia. Secondo quanto stabilito dal G.R.I (Global Reporting Initiative), ente che definisce gli standard internazionali per la rendicontazione della performance sostenibile di aziende e organizzazioni, esistono tre categorie di emissioni, identificate come Scope 1, 2 e 3. Ecco cosa sono e come si differenziano.
Emissioni Scope 1
Si tratta di emissioni dirette, derivanti da asset di proprietà dell’azienda o sotto il suo controllo. Rientrano in questa categoria, ad esempio, le emissioni generate per riscaldare edifici di proprietà, il carburante utilizzato per i veicoli aziendali o le emissioni correlate alla produzione dei beni commercializzati dall’azienda.
Emissioni Scope 2
La deforestazione, ovvero la distruzione delle foreste, rappresenta, come abbiamo visto, una seria minaccia per la sopravvivenza di persone e animali. In particolare, la presenza di ampie aree verdi è fondamentale per mitigare l’effetto serra e ridurre i cambiamenti climatici.
Esistono due modi con cui possiamo combattere la forestazione:
- da un lato, occorre tutelare le foreste già esistenti, evitando l’ulteriore abbattimento indiscriminato di alberi;
- dall’altro, è necessario rigenerare le foreste distrutte, tramite interventi di afforestazione.
La lotta alla deforestazione è anche uno degli obiettivi che i leader mondiali si sono prefissati di raggiungere nell’ambito della Cop26, dove si sono impegnati ad arrestare e a invertire la perdita di foreste entro il 2030.
Emissioni Scope 3
Sono altre emissioni indirette non comprese nelle emissioni scope 2 e che si verificano esternamente all’azienda, comprese le emissioni a valle della catena di approvvigionamento. Rientrano in questa categoria le emissioni generate dai fornitori e dai clienti: ad esempio le emissioni relative agli spostamenti dei dipendenti su veicoli non aziendali.
Come ridurre le emissioni di CO2 aziendali
Una volta calcolato il volume e la qualità delle emissioni di CO2 prodotte dalla propria azienda, in base alla classificazione G.R.I, non rimane che elaborare una strategia per neutralizzarle. A questo proposito è bene precisare che la maggior parte delle aziende si concentra sul raggiungimento della carbon neutrality soltanto per quanto riguarda le emissioni scope 1 e 2, in quanto le emissioni scope 3, generate da terzi, sono più complesse da determinare e vengono per questo escluse dal calcolo.
Tra le prime soluzioni che si possono adottare per ridurre il proprio impatto ambientale in termini di emissioni generate ci sono le pratiche di efficientamento energetico: dagli interventi più “visibili” e concreti, come l’installazione di pannelli fotovoltaici o il cambio degli infissi per evitare dispersioni di calore, ai piccoli accorgimenti quotidiani che prevedono un utilizzo più consapevole dell’energia, come spegnere il pc in caso di inutilizzo o non lasciare le luci accese se non necessarie.
Un’altra via da percorrere per abbassare le emissioni è quella della mobilità sostenibile: si possono ad esempio sostituire i veicoli aziendali a benzina con quelli elettrici oppure incentivare i dipendenti a raggiungere il luogo di lavoro a piedi o in bici, invece che in auto.
Compensare le emissioni di CO2 residue
Ridurre le emissioni generate dalla propria organizzazione non è sufficiente. Per fare davvero la differenza e portare avanti una strategia di sostenibilità completa ed efficiente occorre agire parallelamente per compensare le emissioni che, anche con gli accorgimenti appena citati, non possono essere azzerate.
Una delle strade che le aziende possono intraprendere per compensare le emissioni non riducibili è il supporto di progetti di riforestazione. Si tratta, in pratica, di iniziative che puntano sulla naturale capacità degli alberi di assorbire CO2 (e rilasciare ossigeno) nell’ambito del processo di fotosintesi, ripulendo così l’aria che respiriamo. Quella effettuata dalle foreste consiste in una vera e propria operazione di filtraggio dell’atmosfera che tuttavia, a causa della crescente deforestazione e della cementificazione incontrollata, si riduce ogni giorno di più.
Finanziando un progetto di riforestazione o afforestazione le aziende hanno la possibilità di contribuire alla creazione di nuove foreste (o alla protezione/rigenerazione di foreste già esistenti) compensando così le proprie emissioni inquinanti tramite la piantumazione di alberi in grado di assorbirle.
Compensare le emissioni scope 1 2 3 con il bambù gigante
Tutte le piante assorbono CO2, ma ce ne sono alcune che, da questo punto di vista, risultano più performanti di altre: è il caso del bambù gigante, più precisamente della specie phyllostachys edulis (anche conosciuta come bambù Moso), che presenta proprietà di carbon sink straordinarie.
Lo sa bene Forever Bambù, azienda che dal 2017 realizza foreste di bambù gigante sul territorio italiano e che proprio tenendo conto di questa incredibile proprietà della pianta ha fondato il suo progetto Forever Zero CO2.
L’iniziativa offre a professionisti, PMI e grandi aziende l’opportunità di compensare le proprie emissioni di CO2 finanziando la realizzazione di bambuseti che, grazie all’esclusivo protocollo di gestione agro-forestale adottato da Forever Bambù, sono in grado di assorbire una quantità di anidride carbonica fino a 36 volte più ampia rispetto a un impianto arboreo tradizionale.
In base al volume di emissioni che vogliono compensare, le organizzazioni e i soggetti interessati possono scegliere tra diverse tipologie di foreste: dalla mini foresta di 8 mq, che consente di compensare la stessa quantità di CO2 prodotta percorrendo 800 km in auto, alla iper foresta di 10.000 mq, che assorbe la stessa quantità di CO2 emessa utilizzando uno stabile da 4.000 mq.
Vuoi conoscere l’impronta carbonica della tua azienda? Scoprila gratuitamente con il nostro Carbon Footprint Test.
Agisci adesso
Avvia il tuo percorso verso la sostenibilità con Forever Zero CO2, oggi!
Fai il primo passo, prova iil Carbon Footprint Test e misura facilmente le emissioni della tua azienda!
Articoli correlati

Migliorare il proprio rating bancario grazie alla sostenibilità
Categorie: Economia Circolare e Sostenibilità – Sostenibilità e Futuro Migliorare il proprio rating bancario grazie alla sostenibilità Home »...

Crediti di carbonio e compensazione della CO2: attenzione ai crediti fantasma!
Categorie: CO2 – Sostenibilità e Futuro Crediti di carbonio e compensazione della CO2: attenzione ai crediti fantasma! Home » Sostenibilità e...

come si ottiene la certificazione della carbon footprint?
Categorie: CO2 – Economia Circolare e Sostenibilità come si ottiene la certificazione della carbon footprint? Home » Sostenibilità e Futuro »...
Seguici sui social network